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Un'attività artigianale di intreccio specializzata nella creazione di cesti realizzati a mano dove tradizione e innovazione si incontrano ai piedi dell'Etna.

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La cesteria

La riscoperta dell'intreccio

Intrecciare rami è stato il primo modo dell'essere umano nella storia per costruire contenitori utili alle funzioni base della vita. In ogni luogo del mondo l’uomo ha utilizzato le risorse vegetali del proprio territorio trasformandole secondo tecniche che si distinguono di poco e che hanno una matrice comune.
 
Ritornare oggi ad usare cesti intrecciati con materiale vegetale ha molti significati.
Significa riconoscere la bellezza dei colori delle trame di rami di specie diverse, il respiro della pianta che al tatto si sente.
Significa sposare la necessità di togliere plastica e materiale usa e getta dalla vita di tutti i giorni per usare materiali naturali di lunga durata e sostenibili anche una volta terminato il loro ciclo vitale.
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I materiali

I materiali della tradizione

Tradizionalmente e storicamente i cesti si intrecciano usando i polloni di molte specie di piante. 

I polloni sono quella parte selvatica di molti alberi che spuntano ai loro piedi per riprodursi. Cercando la luce crescono lunghi e dritti.

La cesteria è il risultato della connessione umana con il territorio circostante e la disponibilità di risorse presente.  

 

Ogni luogo ha quindi il materiale vegetale prevalente che ha determinato anche lo sviluppo delle tecniche ad esso più adatto, a seconda delle caratteristiche differenti, come grossezza, lunghezza, durezza, elasticità, flessibilità, resistenza, perdita di volume, ecc..

 

In Sicilia ad esempio, ci sono proprio microzone che usano tradizionalmente materiali come l’olmo, piuttosto che il salice, l’ulivo o il melograno, ecc..

Come in ogni branca umana l’esperienza ha selezionato i materiali migliori. Il salix viminalis, salice da intreccio è di fatto la pianta che meglio si presta all’intreccio di cesti permettendo molteplici funzioni. Non scordiamo infatti che il salice veniva anche utilizzato per legare le piante in campagna, ad esempio la vite. Per questo in alcune parti in cui l’habitat lo rende possibile l’uomo ha cominciato a coltivarlo per averne disponibilità, per esempio come pianta capofilare negli appezzamenti. 

 

I cesti sono sempre serviti nel lavoro dei campi, per la raccolta di tutti i prodotti, per il loro stoccaggio e trasporto. Facevano parte dell’economia di sussistenza e locale, i contadini raccoglievano il materiale a disposizione e nelle giornate di pioggia o riposo forzato costruivano quanto gli occorreva per il loro lavoro.

Per i contenitori più raffinati che dovevano entrare nelle abitazioni il salice utilizzato veniva sbucciato, ottenendo quel colore chiaro e fine.

Con lo sviluppo economico storico, prima dell’avvento della plastica, il bisogno sempre crescente del trasporto dei prodotti da un luogo all'altro sempre più lontano, ha dato grande incremento alla cesteria come modalità di costruzione dei contenitori delle merci da caricare, ad esempio sulle navi. Da qui soprattutto in nord Europa ha avuto anche grande impulso la coltivazione di salici da intreccio.

 

 

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I materiali dei miei cesti

 

Nella mia bulimia cestaia, ho provato e continuo a provare di tutto. I cesti che presento sono soprattutto fatti di salice.

 

Il salice che utilizzo è in parte raccolto da me sulle sponde del fiume,  in parte dalla mia ancora piccola coltivazione, durante la luna calante e il riposo vegetativo,  poi diviso per lunghezza e spessore in fasci che seccheranno. Prima di utilizzarli vengono messi in ammollo per riacquisire elasticità.

Sono molto contenta di avere cominciato da qualche anno questa nuova impresa di coltivazione del salice, ogni anno la coltivazione si espande, piantando nuove talee.

La maggior parte del salice che uso è per il momento comprato da piccoli produttori naturali in nord e centro Italia.

Quello che uso invece per i corsi è di provenienza spagnola.

 

Utilizzo anche per alcuni lavori particolari rami di ulivo con quel colore argenteo che adoro, rami di frassino e di bagolaro del mio giardino.

 

Utilizzo anche per alcuni lavori particolari rami di ulivo con quel colore argenteo che adoro, rami di frassino e di bagolaro del mio giardino.

 

Ultimamente ho scoperto la bellezza dei rami delle palme crocus e li trovate in alcuni cesti, dando un effetto molto particolare e apprezzato.

 

Per la cesteria tradizionale uso le canne del mio canneto. Raccolte in inverno con luna calante, lasciate seccare in fasci fino a maggio, poi immagazzinate e al momento lavate, pulite dalle foglie e tagliate prima in quarti poi in ulteriori strisce con il coltello, tanta pazienza e tempo.



 

 

 

 

 

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